sabato 27 maggio 2017

Luisgé Martín, El amor del revés

Luisgé Martín, El amor del revés, Barcelona, Editorial Anagrama, 2016

Un’autobiografia, ch’è anche una confessione, il racconto di un calvario, di un processo di liberazione, prima di tutto, della vera identità di sé stesso. El amor del revés, l’amore del rovescio, racconta la lenta presa di coscienza di un omosessuale, di uno scrittore omosessuale, dalle paure e fobie infantili, adolescenziali, di essere malato di un misteriosa malattia, all’orgoglio finale di sapere di essere un esemplare assolutamente normale della specie umana. Ma la storia individuale ha poca importanza rispetto al ritratto ironico, ma spietato, che raccontando il proprio processo di autoconsapevolezza lo scrittore disegna della società spagnola degli ultimi anni della dittatura e della trasformazione fulminea, vulcanica, seguita alla morte del dittatore. Ma non per tutti i settori della società. Un episodio della serie francese di Joséphine, ieri sera, alla televisione, sulla 7d, mostrava come perfino nella civilissima e moderna Francia di oggi, l’omofobia sia tutt’altro che scomparsa. Due uomini si baciano, e il tassista commenta: “Li vede? Dove andiamo a finire? Adesso pretendono perfino di sposarsi!” Joséphine, che è un angelo custode, scendendo dal tassi, commenta: “E il regno dei cieli sarebbe per i poveri di spirito? Bah!” Appunto. Vox populi non è la voce della verità, ma più spesso del pregiudizio e della barbarie. Lo riconosce perfino un angelo. Ma torniamo al bel libro di Martín. Il percorso non ha niente di eclatante. E’ un racconto di formazione, ma della formazione di un uomo come gli altri. Perfino ingenuo, disarmante, anzi, per le sue osservazioni sociali. La lucidità è per lui una conquista, un punto di arrivo, non un’etichetta, uno slogan di nicchia, da cui partire. E qui sta il merito del libro. Di raccontarci il progressivo processo di autoconsapevolezza di un uomo normale. Non la straordinarietà di uno scrittore, ma la normalità di un uomo che è anche scrittore. Si legge d’un fiato. Molti si riconosceranno nelle sue parole, nella descrizione dei suoi turbamenti. E non solo gli omosessuali, ma tutti coloro per i quali la scoperta e conoscenza del sesso non è stato un processo facile, lineare, e rapido. Se poi per qualcuno il ritratto della vecchia società spagnola sembrerà il ritratto di una società più arretrata della nostra nello stesso periodo, si consideri il percorso compiuto da quella società, e dai suoi politici, fino ad oggi. Il riconoscimento delle unioni civili tra persone dello stesso sesso è stato promulgato sotto il governo conservatore di Aznar. Zapatero ha solo compiuto il passo successivo di riconoscerne il matrimonio, come in altri paesi, per esempio nel Canada. Da noi ci sono state lotte furibonde all’interno dello stesso partito sedicente di sinistra, il PD. E si è arrivati a una legge timidissima, prudente, che non vuole turbare le coscienze di nessuno. E questo, solo nel 2016!Qual è la società arretrata? Ma basta circolare per le strade di qualunque città spagnola, per rendersi conto che dal punto di vista civile di passi ne hanno fatto più di noi. Per esempio musei e uffici pubblici hanno tutti l’ingresso agevolato per i disabili. Non si vede una macchina parcheggiata fuori posto o in seconda fila a cercarla con il lumicino. I limiti di velocità, in città come nelle autostrade, sono rispettati, Le metropolitane funzionano fino a mezzanotte, e in qualche città anche dopo, a Roma il servizio cessa alle 23.30! Solo il venerdì e il sabato è prorogato fino all’ 1.30. Ecco, il libro racconta questa nuova Spagna. Ed è una lettura piacevole, stimolante istruttiva. Un altro tassello aggiunto ai tanti che ci fanno amare la Spagna.

Fiano Romano, 27 maggio 2017

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