SILENZIO MARINO
Il mare è una
pianura che si perde
lontano all’orizzonte,
ma la vista
è spezzata da un’isola,
che s’alza
come se
galleggiasse sopra l’acqua;
interrompe a
sinistra uno scosceso,
bruno dirupo lo
sguardo, e s’affonda
nell’acqua. Il
martellio di un muratore
m’arriva lento
dalla casa in cima
alla collina,
dietro i fichidindia,
che alla mia
vista occultano la mano
che martella:
mi sembra il basso di una
canzone, e io
l’ascolto nel silenzio
intorbidare questa pace; qualche
stridio d’uccello,
il volo di una mosca:
ma non si
muove un alito di vento.
Il tetto di una
pergola protegge
la mia lettura,
un libro che racconta
come gli amori estinti , ritornando,
rompano la
memoria, io la sospesi
per guardare,
nell’aria, quasi fosse
la prima volta,
questo strano, quieto
interludio del
tempo, e non avverto
l’imminenza
del sole che tramonta;
irrompe
all’improvviso, da lontano,
un aspro raglio
d’asino che scorre
e si rifrange lungo
le colline,
ma resta, dopo
un ultimo suo sbuffo,
nell’incavo del
tempo, questa quiete,
e l’immobile scatto
del silenzio.
Mi afferrasse tra
queste immote pause
del dolore la
fine del dolore,
io sentirei lo
strappo che sopprime?
O nel mio
sonno, si addormenterebbe,
finalmente placata,
la mia vita?
Tholaria,
Amorgós,
Cocladi, Grecia, 10-11 ottobre2016