Per la morte di un elfo
A Sylvano
Avuto non avrebbe Hermes volo
con il calzare alato più leggero
del tuo, Sylvano, che volavi lieve
con mille ghiribizzi tra le righe
del pentagramma, e che con riso aperto
tra sete e rasi sulla scena al tuo
governo si vedevano danzare
Ariele e Talibano, e le tempeste
sedate del dolore, un isolato
paradiso mostrava a chi dimora
ancora nell’inferno, musicale
passaggio nel reame della gioia.
Un transito dal qui in altro luogo,
il tuo, che ora vorrei da te raggiunto,
ma era invece sempre il nostro, un solo
unico viaggio tra le sole vere storie
della vita, che sono sempre ancora
le storie di passioni. Addio, perduto
elfo dei canti, addio, inafferrato
demonio dei piaceri. Se ti afferri,
ormai, la nuda scorza della vita,
o ti cancelli l’alito di Sciva,
non so: so che rimane interminata
la gioia illimitata del tuo canto.
Fiano Romano, 20 settembre 2021
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