REAL ACADEMIA DE
ESPAÑA EN ROMA
Conferenza / Concerto
di Lina Tur Bonet
Arcangelo Corelli,
Sonate per violino Op. V
Le Accademie straniere
a Roma sono attivissime. La vita culturale della Capitale sarebbe più povera,
senza le loro iniziative, mostre, concerti, conferenze, seminari di studi.
L’Academia de España non fa eccezione. Posta su una falda del Gianicolo,
accanto al Tempietto del Bramante, a San Pietro in Montorio, splendida vista
sulla città, sono numerose le iniziative che la rendono un punto di riferimento
culturale ineliminabile. Il 17 febbreio scorso ha ospitato una conferenza
concerto della violinista Lina Tur Bonet. Il 17 febbraio cadevano 364 anni
dalla nascita di Arcangelo Corelli, ed è significativo della superficialità
culturale degli italiani che a celebrare la data fosse una violinista spagnola.
Lina Tur Bonet ha presentato la figura rivoluzionaria di Corelli e celebrato la
vita culturale, e soprattutto musiclale, della Roma del tardo Seicento e del primo
Settecento. Ha eseguito alcuni movimenti
delle Sonate dell’Opera V. Al basso il bravissimo, sensibile liutista croato Diego Leverić. Lina Tur Bonet non si è
limitata a eseguire Corelli, ma ha anche interpretato una Passacaglia di Heinrich
Ignaz Franz Biber, dalle Rosenkranzsonaten, per mettere a confronto due figure
in qualche modo opposte della musica barocca, il fantasioso Biber e l’ordinato
Corelli, anche se nella fanasia di Biber c’è un ordine segreto e nell’ordine di
Corelli una trasparente follia, non fosse altro che proprio sulla danza
portoghese è costruita l’ultima delle sonate dell’Op. V. E’ stato proiettato
anche un bellissimo video in cui la musica di Corelli è per così dire circuita
dai disegni di Ángel Haro, restituendo alla visione dello spettatore una
suggestione figurativa alle gemoetrie contrappuntistiche della musica, senza
per questo voler istituire una corrispondenza tra musica e disegno, ma se mai
l’analogia di un’attitudine mentale disposta a misurarsi con le figurazioni
matematiche del disegno e della musica. La festa del Barocco mira all’effetto
della sorpresa, anche quando l’inaspettato percorre strade di calcolatissimi
procedimenti. Ma sta qui la mdernità di Corelli: aver trovato la misura
dell’imprevedibile. La città barocca che lo ascolta ai suoi piedi, e che lo
ebbe cittadino per alcuni decenni , di quella misura conosce tutti i segreti.
Ecco perché riascoltarne lassù sul Gianicolo le geometrie musicali sembra
offrire alla mente una nuova chiave per decifrarne la crittografia. Non fosse
altro, a testimoniarne la parmanente attualità, che la silenziosa presenza,
accanto alla sala, del calibratissimo Tempietto del Bramante. Un monumento
all’Ordine, per placare le catastrofi procurate in terra dal disordine degli
uomini. A Roma, più che in altri luoghi. Poco lontana s’intravede la cupola del
Pantheon, dove riposa il corpo di Corelli, e più giù quella di Sant’Andrea
della Valle. Era passato appena un secolo da quando in un Campo vicino un rogo
aveva bruciato l’orgoglio di un frate visionario. Giordano Bruno, allora, e
adesso Arcangelo Corelli. Come se quella geometria musicale perfetta volesse
tappare il buco di quell’oltraggio, perpetrato dagli stessi che oggi onoravano
Corelli. E chi sa che la Follia non fosse una risposta in codice alla ferita
inferta alla città dall’accecata suberbia di un Potere ottuso, l’ordine
armonico della nuova forma una confutazione del disordine che si arroga
l’arbitrio di un ordine immaginario, Bramante e Corelli ci dicono che no, che
l’ordine sta da un’altra parte. Non certo da quella di un Potere che opprime e
brucia chi dissente.
Fiano Romano, 6 marzo
2017
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