A Maria Clelia
Un incontro ravvicinato, il primo
che avrei voluto di una lunga serie,
con il mio buffo diavoletto nero,
Basilio, il trovatello dalla strada
sottratto a chi sa quale suo destino
di affamato vagabondaggio o, forse,
di una improvvisa e rapida estinzione,
o tu che amavi i gatti, amica mia,
come l'avresti amato questo mio
gatto nero dagli occhi diavoleschi,
come dicevi, e che già dalle foto
ti apparivano tristi, ma sapessi
come adesso sorridono beati
di strusciarmi sul braccio o sulla faccia
il muso, e di leccarmi lento a lungo
la barba, tu lo avresti coccolato,
stretto tra le tue braccia, carezzato,
gli avresti anche parlato, piano piano,
perché non vi strappassero il segreto
orecchie infide e bocche inopportune,
di un paradiso a voi due solamente
predestinato, che lo immaginavi
tutto affollato e mosso dalle fusa
di miliardi di gatti innamorati:
ora sei là che tutta sola aspetti
che ti raggiunga, ma lui non ci pensa,
non ti ha mai vista, e sempre più felice
mi fissa gli occhi e lecca la mia barba.
Fiano Romano, 28 novembre 2025
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