sabato 26 agosto 2017

Le nuove facce del fascismo

Oggi il fascismo non si presenta truce e mascherato come nel ventennio. O come la dittatura dei colonnelli in Grecia, le dittature sudamericane di Videla in Argentina e Pinochet in Chile. Oggi si presenta in doppio petto, rispettabile, occupa banche, governi. Ma c'è. Al ritorno da Lesbo, l'isola di Saffo e di Alceo, proprio ricordando un emistichio di Alceo, ripreso da Orazio, m'è venuta questa poesia "politica". Non aspiro al sublime. Ma sì, a convincere ed esortare. La libertà è una condizione fragilissima!



Inneggiare alla fine di un tiranno,
che si prosciughi la palude immonda
in cui s’annida un popolo malfido,
una gente invisibile, dispersa,
che ci snatura, ci controlla e insidia,
ma quando, come a te, mio vagabondo
poeta della gioia che in ogni ora
ci rinasce del giorno, a me concesso
sarà nella mia vita, e sollevare
con furore il mio calice, sentire
in tutto il corpo di una riappropriata
libertà la violenza? Non respiro,
non mi esce dalle labbra una parola
di riconciliazione con la storia,
finché l’ultimo viva dei tiranni
che inquinano la vita, e vedo molti
oggi disseminarsi per la terra
del mio paese, espandersi nel mondo,
se non tiranni, subdole figure
di persuasione, insofferenti bocche
che zittiscono l’avversario, musi
di conformisti, che azzerano il dissenso:
spuntano come vermi dalla melma,
ti attaccano, si attaccano, per tutto,
danno la febbre di una mai guarita
malaria. Ha mille sintomi, dimostra
esantemi diversi, questa strana
malattia, si trasforma come l’ora
del giorno, si matura e si diffonde,
ha l’occhio che non guarda, il cuore freddo
che non batte. La religione è un gioco
di potenti, da secoli sappiamo
le secretate insidie, ma non serve.
perché altrove oggi sono predisposte
le minacce che vincono il pensiero,
smentiscono le astuzie degli affari
ogni proclama di virtù vincente,
sbugiardano la sconcia professione
di una vantata libertà: per tutto
questo, per la vergogna di chi opprime
e la paura degli oppressi, incauto
chi si oppone, ma poi a chi? esiste,
esiste un nome, esiste l’esperienza
di cosa già vissuta: oggi il fascismo
non ha più nome, lo si riconosce,
ma non si sa dove colpirlo, dove
segnalarlo, che aspetto dargli, come
circoscriverlo e in chi individuarlo,
oggi il fascismo sfugge, cambia pelle,
non alza il braccio in segno di saluto,
non mostra croci sulla giacca, ignora
le purghe sulla piazza, sono cose
da teatrino, spettacolo di mimi.
E’ retto altrove, il filo, a un altro capo,
e non sempre, chi se lo tiene stretto
tra le mani, ti mostra la sua faccia.
Mozzargliele vorremmo quelle mani,
e il volto di assasino finalmente
vederlo sfigurato, cancellato.
Appeso a testa in giù quel corpo lercio
di  turlupinatore, come un tempo
tutti di un altro vedemmo, rivederlo.
E dopo: oh sì, νῦν χρῆ μεθύσθην, voce
mia che ritorni, voce mia che vieni
con vigore a spronarmi, che mi canti
il mio canto: nunc est, nunc est bibendum!
Vorrei gridarlo a tutto il mio pianeta,
a tutta la mia terra devastata,
sconquassata dall’odio, e proclamarlo
a squarciagola dappertutto, senza
un attimo di sosta, ubriacato
dal vino e dalla gioia, consumarmi
fino all’ultimo fiato, divulgarlo
come un nuovo vangelo a tutto il mondo:
è da millenni che aspettiamo l’ora
di guardare negli occhi dei guerrieri
lagonia della rabbia e finalmente
compiuto da noi tutti il giusto passo
che lieti a libertà ci riconduca.

Lesbo, Plomari, 17 agosto – Mitilene, 20 agosto – Fiano Romano, 26 agosto 23017

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