giovedì 30 agosto 2018

François-Henri Désérable, Évariste






François-Henri Désérable, Évariste, roman, Paris, Gallimard, 2015, pagg. 172, € 16,90

Évariste Galois è un grande matematico francese, morto a 21 anni in un duello. S’immaginò perfino un complotto governativo per ucciderlo, perché soggetto pericoloso e sovversivo, corrotto da idee rivoluzionarie. Nei Nuovi annali dei matematici, editi dopo la rivoluzione di luglio e durante il governo provvisorio, si legge: “Galois venne assassinato il 31 maggio 1832 in un cosiddetto “duello d’onore’ provocato da spie della polizia segreta di Luigi Filippo” (voce Galois, della garzantina di Matematica). François-Henri Désérable ci costruisce sopra un romanzo. Aveva già scritto una sorta di horror rivoluzionario, Tu montreras ma tète au peuple (Gallimard, 2013), in cui dà voce alle teste dei decapitati della Rivoluzione Francese. Continua dunque a misurarsi con personaggi storici. Ma con il giovanissimo, e geniale, matematico, assume la prospettiva dell’ironia. 

 

Il romanzo è immaginato come un racconto fatto a una ragazza digiuna di matematica, mademoiselle. E lo scrittore stesso si dichiara tutt’altro che competente in materia. Ciò gli risparmia di entrare nei dettagli delle teorie matematiche di Galois. In particolare nella cosiddetta teoria di Galois, una teoria algebrica innovativa, che sta alla base del concetto di gruppo e d’insieme, dovuto proprio a Galois. Désérable lo paragona a Rimbaud. Precoce in matematica come Rimbaud in poesia. Ma è un peccato che lo scrittore non entri nei particolari dell’invenzione matematica di Galois. Sarebbe stato ottimo pretesto per la costruzione di splendide pagine di narrazione scientifica. Ma la narrazione non manca ugualmente di spirito. A cominciare dall’attacco: “On ne se méfie jamais assez de doigt. On a tort. / Il y a les doigts du Vieux, là-haut, qu’Il fit claquer pour se distraire, et je l’imagine lissant dans la foulée sa barbe blanche après que ses lèvres, figées dans une moue incrédule, eurent prononcé mezza voce le premier son de l’Univers: oups!” (pag. 13)

Divertente descrizione dell’atto con cui Dio crea l’universo. Tutta la narrazione procede più o meno su questo tono scanzonato, anche quando si racconta il duello, la morte. Sono citate le fonti, a documentare l’attendibilità della narrazione. Il romanzo, così, ha la forma, quasi di un monologo, e la scrittura qualcosa di teatrale. Il tono colloquiale è mantenuto per tutta la narrazione, come se Désérable diffidasse di alzare il tono, di affrontare un discorso tenuto sul registro sérieux. E tuttavia non mancano pagine bellissime, riflessioni anche profonde. Tutta una letteratura morale sembra, anzi, confluire in queste pagine, da La Rochefoucauld a Voltaire, da Pascal a Chateaubriand. Come questa, sulla felicità:

Chez lui, c’est Bourg-la-Reine et Bourg-la-Reine, c’est l’été. Le soleil blond dans l’azur, l’odeur du foin, la rivière, les tanches, les carpes et les brochets, les forêts noire, giboyeuses, lìocre et le rose des pavés des grès dans la Grand’Rue, les verts pâturages et les soirées au clair de lune, les matinés au lit à contempler les particules de poussière qui tournoient, vrillent dans le rai de lumière s’engouffrant â travers les rideaux. Mais après l’été il y a l’automne, et en automne la rentrée. Nouveau chapeau, nouveaux souliers, retour à Louis-le-Grand où je crois pouvoir dire qu’il ne fut pas heureux. Le fut-il ne serait-je qu’une seul fois dans sa vie, et s’il le fut, la sut-il jamais? Le bonheur, il me semble, est rétrospectif, il s’éprouve a posteriori, se conjugue à l’imperfait, de sorte qu’il n’est plus facile, plus naturel de dire j’étais heureux que je suis heureux”.

Come si potrà notare la cifra stilistica è alta, ma mantenuta su un tono colloquiale. Désérable deve nutrire una passione per i personaggi storici. Gli altri libri finora pubblicati sono, come si è detto, una serie di quadri della Rivoluzione francese: Tu montreras ma tête au peuple e Un certain M. Pienkielny (Gallimard, 2017). Ricostruzione fantasiosa di un personaggio di Vilnius.

Il romanzo si legge d’un fiato. Ma senza che sul mistero della morte di Galois si faccia luce. Molto vivace la rappresentazione della Parigi degli anni ‘30 del secolo XIX. Le pagine dedicate al collegio sono, però, forse le migliori.

La scena del tentativo di stupro è magnifica. Magnifico il linguaggio: “… elle ne bouge pas, ne bouge plus, elle reste là, prostrée, bête traquée qui ne sait pas où s’enfuir, allors d’une main vous revelez son jupon et de l’autre vous saisissez le petit appendice volcanique qui vous brûle en bas du ventre mais dejà c’est l’éruption de lave blanche et sa robe, les milles raies, sa peau d’albâtre, l’amour et les étoiles là-haut dans le ciel bleu de Prusse, tout cela es souillé”.

Fiano Romano, 30 agosto 2018


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