François-Henri
Désérable, Évariste,
roman, Paris, Gallimard, 2015, pagg. 172, € 16,90
Évariste
Galois è un grande matematico francese, morto a 21 anni in un
duello. S’immaginò perfino un complotto governativo per ucciderlo,
perché soggetto pericoloso e sovversivo, corrotto da idee
rivoluzionarie. Nei Nuovi
annali dei matematici,
editi dopo la rivoluzione di luglio e durante il governo provvisorio,
si legge: “Galois venne assassinato il 31 maggio 1832 in un
cosiddetto “duello d’onore’ provocato da spie della polizia
segreta di Luigi Filippo” (voce Galois, della garzantina di
Matematica). François-Henri Désérable ci costruisce sopra un
romanzo. Aveva già scritto una sorta di horror
rivoluzionario, Tu
montreras ma tète au peuple
(Gallimard, 2013), in cui dà voce alle teste dei decapitati della
Rivoluzione Francese. Continua dunque a misurarsi con personaggi
storici. Ma con il giovanissimo, e geniale, matematico, assume la
prospettiva dell’ironia.
Il romanzo è immaginato come un
racconto fatto a una ragazza digiuna di matematica, mademoiselle. E
lo scrittore stesso si dichiara tutt’altro che competente in
materia. Ciò gli risparmia di entrare nei dettagli delle teorie
matematiche di Galois.
In particolare nella cosiddetta teoria di Galois, una
teoria algebrica innovativa, che sta alla base del concetto di gruppo
e d’insieme, dovuto proprio a Galois. Désérable lo paragona a
Rimbaud. Precoce in matematica come Rimbaud in poesia. Ma è un
peccato che lo scrittore non entri nei particolari dell’invenzione
matematica di Galois. Sarebbe stato ottimo pretesto per la
costruzione di splendide pagine di narrazione scientifica. Ma la
narrazione non manca ugualmente di spirito. A cominciare
dall’attacco: “On ne se méfie jamais assez de doigt. On a tort.
/ Il y a les doigts du Vieux, là-haut, qu’Il fit claquer pour se
distraire, et je l’imagine lissant dans la foulée sa barbe blanche
après que ses lèvres, figées dans une moue incrédule, eurent
prononcé mezza voce
le premier son de
l’Univers: oups!”
(pag. 13)
Divertente descrizione dell’atto
con cui Dio
crea l’universo. Tutta la narrazione procede più o meno su questo
tono scanzonato, anche quando si racconta il duello, la morte. Sono
citate le fonti, a documentare l’attendibilità della narrazione.
Il romanzo, così, ha la forma, quasi di un monologo, e la scrittura
qualcosa di teatrale. Il tono colloquiale è mantenuto per tutta la
narrazione, come se
Désérable diffidasse di
alzare il tono, di affrontare un discorso tenuto sul
registro sérieux. E tuttavia non mancano pagine bellissime,
riflessioni anche profonde. Tutta una letteratura morale sembra,
anzi, confluire in queste pagine, da La Rochefoucauld
a Voltaire, da Pascal a Chateaubriand. Come questa, sulla
felicità:
“Chez lui, c’est
Bourg-la-Reine et Bourg-la-Reine, c’est l’été. Le soleil blond
dans l’azur, l’odeur du foin, la rivière, les tanches, les
carpes et les brochets, les forêts
noire, giboyeuses, lìocre et le rose des pavés des grès dans la
Grand’Rue, les verts pâturages
et les soirées au clair de lune, les matinés au lit à contempler
les particules de poussière qui tournoient, vrillent dans le rai de
lumière s’engouffrant â
travers les rideaux. Mais après l’été il y a l’automne, et en
automne la rentrée. Nouveau chapeau, nouveaux souliers, retour à
Louis-le-Grand où je crois pouvoir dire qu’il ne fut pas heureux.
Le fut-il ne serait-je qu’une seul fois dans sa vie, et s’il le
fut, la sut-il jamais? Le bonheur, il me semble, est rétrospectif,
il s’éprouve a
posteriori, se
conjugue à l’imperfait, de sorte qu’il n’est plus facile, plus
naturel de dire j’étais
heureux que je
suis heureux”.
Come
si potrà notare la cifra stilistica è alta, ma mantenuta su un tono
colloquiale. Désérable deve nutrire una passione per i personaggi
storici. Gli altri libri finora pubblicati sono, come
si è detto, una serie di
quadri della Rivoluzione francese: Tu
montreras ma tête
au peuple
e
Un
certain M. Pienkielny
(Gallimard, 2017). Ricostruzione fantasiosa di un personaggio di
Vilnius.
Il romanzo si
legge d’un fiato.
Ma senza che sul mistero
della morte di Galois si faccia luce. Molto vivace la
rappresentazione della Parigi degli anni ‘30 del secolo XIX. Le
pagine dedicate al collegio sono, però, forse le migliori.
La scena del tentativo di stupro
è magnifica. Magnifico il linguaggio: “… elle ne bouge pas, ne
bouge plus, elle reste là, prostrée, bête
traquée qui ne sait pas où s’enfuir, allors d’une main vous
revelez son jupon et de l’autre vous saisissez le petit appendice
volcanique qui vous brûle
en bas du ventre mais dejà c’est l’éruption de lave blanche et
sa robe, les milles raies, sa peau d’albâtre, l’amour et les
étoiles là-haut dans le ciel bleu de Prusse, tout cela es souillé”.
Fiano Romano, 30 agosto 2018
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