Eccola!
POMPOSA
Sul lido di Pomposa, un monastero
rinchiude antico il canto di chi diede
misura ad ogni voce del passaggio
da un canto all’altro, e voce e suono e tempo
alla ripetizione: dalla carta
si fa materia tra le labbra il passo
d’ogni memorizzata melodia.
Guido fosti a San Gallo, e Guido resti
dal chiostro di Pomposa fino Arezzo,
dove chiuse pietosa mano gli occhi.
Dal canto, con la carta scritta in mano,
imparammo la voce che misura
le parole. Quale ordine misura,
però, nel canto, viva l’illusione
di averlo costruito? Guardo in alto.
Senza voce nell'abside trionfa
la musica dell’Impronunciato.
Se, però, lo pronuncio, e quando credo
di uscire da me stesso, lo sospendo
allo stupore di riuscire a dargli
un nome. Ma svanisce, non appena
il fiato lo abbandona. Fuori scorre
il rumore del mondo che si affanna,
sono ruote che strusciano l’asfalto.
Io penso che sto lì, sotto le ruote,
me le sento passare addosso, e guardo
intanto il sole rosso all’orizzonte.
Ma domani, l’avrò dimenticato.
Pomposa, 27 aprile - Fiano Romano, 9 maggio 2017
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