A
volte non sei tu a cercare un libro, ma è il libro che ti viene
incontro, si fa vedere e sembra dirti: prendimi! Camminavo sul molo
del porto di Katápola, nell’isola di Amorgós (in italiano,
Amorgo), la più orientale delle Cicladi, dove mi reco ogni anno e
ritrovo luoghi, amici, il mare color del vino, il cielo limpido
dell’Egeo, le nuvole spazzate via dalla violenza dei vento Etesio,
che oggi, con termine turco, anche in greco si chiama meltemi. Prima
della banchina alla quale attraccano le grandi navi (la piccola
Skopelitis che fa il giro ogni giorno delle Mikrés Kikládes, cioè
le Piccole Cicladi: Iraklia, Kufonissi, Skinussa, attracca in un
altro punto, più stretto, del molo) c’è un vivolo che va verso
l’interno del villaggio, e quasi alla fine, sulla destra, c’è
una libreria, che vende libri in diverse lingue, anche in italiano, e
cd e vari oggetti.
Fui
colpito da alcuni libri, coloratissimi, esposti nella vetrina, il
titolo in francese. Ma sono tutti libri di poeti e di scrittori greci
moderni. La casa editrice, ateniese, da qualche anno fa opera di
diffusione dei più importanti scrittori greci moderni e anche
viventi pubblicando i loro testi in greco con la traduzione francese
a fronte. Si chiama ΑΙΩΡΑ, AIORA, e
questo è il suo sito: www.aiora,gr. Il catalogo è già molto
nutrito. La sede si trova ad Atene, non lontano dal Museo
Archeologico, in Mavromichali 11.
Con la metropolitana si scende a Panepistemiou, Università. L’ultimo
pubblicato, in prima vista, è Le
chaudron calciné, la
pentola calcinata,
in greco Καπνισμένο
Τσουκάλι, di Yannis Ritsos (Γιάννης
Ρίτσος). Una poesia bellissima e
terribile sul confino e sulla prigionia. Ritsos fu infatti confinato
nell’isola di Limnos. Oppositore ostinato di ogni governo
conservatore e in particolare di quello dei colonnelli. Il
poemetto è seguito da altre poesie, una più intensa dell’altra.
Linguaggio scarno, tutto cose, tutto oggetti.
Quando
verrà la primavera – disse – al levarsi del sole, all’ora
in
cui passano fuori sulla strada
i
mercanti di frutta, alzatisi all’alba, allora – ricordalo! -
il
latte diventerà verde; verde metà del mento della donna;
verdi
le doppie tende: solo il rintocco
che
viene dal grande orologio della chiesa sarà rosso.
(Traduzione
mia)
Due
anni fa, nel 2016, è uscito uno strano libro, un taccuino, finora
inedito, dell’immenso poeta Kavafis. Quest’edizione, in cui
Samuel Baud-Bovy e Bertrand Bouvier traducono in francese il testo
greco è la prima pubblicata in altra lingua che non sia il greco. E’
una raccolta affascinante di 27 piccole
prose, che si rifanno al modello dei fusées
baudelairiani. Baudelaire intitolò quelle prose Mon
coeur mis à nu, Kavafis, più
modestamente, le intitola Note di
poetica e di morale, nella traduzione
francese il titolo del libro è Notes de
poétique et de morale. Il taccuino,
Kavafis se lo portava sempre dietro e lo ha lasciato manoscritto. Per
chi conosca il neogreco, è un esempio mirabile di prosa moderna,
scarna, raffinatissima. Eccone due, brevissime, in ordine la III e la
VII (sempre mia la traduzione).
“Verità
e menzogna esistono? O non esiste che il Nuovo e il Vecchio?
La menzogna non è semplicemente la
vecchiaia della Verità?”
“Io
non so se la perversione dà forza. Talora lo penso. In ogni caso è
una sorgente di grandezza”.
Ecco
l’attacco di una “nota” (in greco Σημειώματα)
più lunga, la IV:
“Sono
spesso colpito dalla scarsa importanza che la gente attribuisce al
potere delle parole. Pensano per lo più che le parole non possano
cambiare niente. E’ un grave errore. … Sono timido, ma io non
considero affatto che le mie parole siano inutili. Un altro agirà.
Ma tutte le dichiarazioni che io faccio, io, il timido, gli
faciliteranno l’azione. Preparano il terreno”.
Mi
sembrano parole di una grande attualità.
E
veniamo al libro che mi ha più colpito. E’
il discorso che Yorgos Seferis tenne a Stoccolma nel 1963, quando gli
fu conferito il Premio Nobel. Il discorso fu tenuto in francese.
Titolo: Quelques points de la tradition
grecque moderne. E’ una splendida
carrellata sulla letteratura greca moderna. Il libro è stato
pubblicato nel 2016, con la traduzione greca a fronte, di G.P.
Savidis. Ecco la conclusione del discorso (testo francese e
traduzione, mia, in italiano):
Dans
ce monde qui va en se rétrécissant, chacun de nous a besoin de tous
les autres. Nous devons chercher l’homme, partout où il se trouve.
Quand, sur le chemin de Thèbes, Œdipe rencontra le Sphinx qui lui
posa son énigme sa réponse fut : l’homme. Ce simple mot
détruisit le monstre. Nous avons beaucoup de monstres à détruire.
Pensons à la réponse d’Œdipe.
In
questo mondo che si va restringendo, ciasucno di noi ha bisogno di
tutti gli altri. Noi dobbiamo cercare l’uomo, dovunque si trovi.
Quando, sul cammino di Tebe, Edipo incontrò la Sfinge che gli
sottopose il suo enigma la sua risposta fu: l’uomo. Questa semplice
parola distrusse il mostro. Noi abbiamo molti mostri da distruggere.
Pensiamo alla risposta di Edipo.
Queste
mie note, sorta di kavafiane σημειώματα,
vogliono solo essere un suggerimento a
frequentare queste edizioni, a leggere questi poeti e questi
scrittori. Ne suggerisco almeno altri due (autori e titoli sono in
francese, all’interno il testo greco): Constantin Theotokis, Le
Peintre d’Aphrodite, reinvenzione
della figura del pittore antico Apelle, e interrogazione sul rapporto
tra arte e verità. E Michali
Karagatsis, La
grande chimère, una Madame Bovary “à
la grecque”. In italiano di Karagatsis si trova Il
colonnello Liapkine,
edizioni ETP.
Sul tema Grecia moderna, è possibile proporre un libro per una recensione?
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