venerdì 30 settembre 2016

Un gatto sulla strada ... ma travolto!




La morte di un gatto è così diversa dalla morte di un uomo, anzi da qualsiasi altra morte?



Piccolo muso che un’infame ruota
di automobile ha subito schiacciato
sull’asfalto, con gli occhi ancora aperti
al punto di quell’inattesa fine:
ma sono sceso troppo tardi, avrei
potuto l’assassino prevenire,
t’avrei  con calma carezzato il pelo.
T’ho invece preso per la coda, il corpo
freddo buttato  ai lati della strada,
perché non possa un altro scriteriato
sfregiare ciò che resta di una vita.
Ma prima, ricordando i mille musi
Che, carezzati, m’hanno fulminato
mille sguardi d’amore, ho carezzato
il tuo, e m’aspettavo che facessi,
come gli altri, anche tu, le fusa. Un senso,
non so, se c’è, di questa morte. Il tempo,
però, che ti fu tolto, sembra tolto
non solo agli altri tuoi compagni, anch’essi,
eliminati, come te, dal mondo,
per una folle e scialba indifferenza,
ma tolto a tutti noi che ti guardiamo,
quegli occhi spalancati a contestarci
la somiglianza  che non ammettiamo,
il miagolio che si fa parola.
Allora, la carezza, muso grigio,
tigrato, che non guardi, è la carezza,
che so, restituirai al muso d’uomo
che si sgomenta, come te, del mondo
che non conosce l’atto dell’uscita.

Tholaria, Amorgós, Cicladi, Grecia, 27-28 settembre 2016

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